Il prossimo 15 novembre 2024 scade il termine per il recepimento della direttiva europea sui salari minimi adeguati (direttiva (UE) 2022/2041 del 19 ottobre 2022). La maggior parte degli Stati Membri non ha ancora concluso – e in non pochi casi neppure avviato – il processo di trasposizione. Tra i paesi senza un salario minimo legale, Danimarca e Svezia hanno proposto ricorso contro la direttiva; in Austria e Finlandia non risultano progetti di legge presentati. Per il resto dei Paesi, solo la Germania ha emesso un avviso con cui elenca gli atti legislativi che danno attuazione alle disposizioni della direttiva. Un limitato numero di Paesi (Romania, Lituania, Repubblica Ceca, Ungheria) ha recepito la direttiva. Altri (Belgio, Croazia, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Polonia) hanno presentato una proposta di legge. In un numero consistente di Paesi (Bulgaria, Cipro, Estonia, Francia, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna), l’iter non risulta iniziato. L’Italia ha approvato la legge di delegazione, tuttavia il processo è rimasto fermo a quello stadio.