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Perchè industria 4.0 è per l’uomo.. Verso la Società 5.0Autore: Nicola Intini Anno: 2018 Categoria: Working Paper, Working Paper ADAPT Numero: 8 |
Quando si parla delle tecnologie abilitanti e del loro sviluppo si guarda molto spesso ai potenziali vantaggi che ne deriveranno sui processi produttivi, sui prodotti, sulla economia, sulle opportunità di lavoro che si genereranno in settori che ad oggi ci sono sconosciuti. In molti, e tra questi anche noi, c’è la convinzione che il progresso, le nuove tecnologie hanno sempre migliorato la qualità della vita dando più tempo libero all’uomo, riducendo l’orario di lavoro e aumentando la produttività individuale ed il conseguente potere di acquisto. Ma siamo convinti che da ora in poi, considerando la velocità dei cambiamenti e l’allargamento dei limiti possibili nello sviluppo della cosiddetta intelligenza artificiale delle macchine, sarà sempre più necessario parlare di regole, etica e politiche di sviluppo delle macchine. Un tema non certamente nuovo e più volte sollevato dai futurologi, accademici e parti sociali del passato ma che oggi richiede sforzi adeguati allo sviluppo esponenziale delle tecnologie abilitanti. Le discussioni in corso al Parlamento europeo sulla necessità di individuare le linee guida su temi come responsabilità, privacy, classificazione legale e assicurazione dei dispositivi robotici e che vedono tra i contributori principali la Scuola Superiore S. Anna di Pisa, diventeranno via via sempre più importanti rispetto a quelle tecniche sullo sviluppo delle tecnologie stesse. Il futuro sarà certamente migliora a patto che, sulla scia dell’esperienza giapponese, l’uomo rimanga al centro e quindi si punti alla Società 5.0 (Super Smart Society) con scopo di creare una sistema che bilancia i progressi economici con la risoluzione dei problemi sociali attraverso
un elevato grado di integrazione tra cyberspazio e spazio fisico.